giovedì 12 gennaio 2012

Sprechen Sie Deutsch?

Oggi vorrei essere nata in Germania. Capelli biondo cenere. Crautofaghia. Birkenstock ai piedi.
Quanto meno vorrei trovarmici in pianta stabile. Casa. Lavoro. Vada pure per il maritino alcolizzato con la panza. 
Tutto, per non dover considerare le conseguenze, e poter seguire il mio istinto.
Zero pensieri. Il vuoto in testa.
Perché è così che si fa.

Perché, prima o poi, succede. Che t’accorgi tutto d’un botto che è già passato un anno. E che il fantasmagorico rientro al lavoro s’avvicina. Ho scelto di prendermi tutto il tempo possibile: maternità facoltativa, e una piccola aspettativa. Ma adesso non mi sembra abbastanza.
Ho praticato l’attachment parenting senza sapere cosa fosse, ovviamente in una modalità che si confà ai ritmi di casa mia. Ho sempre cercato di rispondere alle esigenze di mio figlio. Allattando a richiesta. Portandolo nella fascia. Tenendolo stretto ogni volta che ne aveva bisogno.
Cercando di non dimenticarmi troppo di me stessa.

Vorrei continuare a farlo.
Vorrei che una donna avesse la facoltà di poter scegliere. In entrambi i sensi. Che desideri rientrare sin da subito al lavoro o che voglia restare qualche mese in più a casa.
Senza pensieri. Il vuoto in testa.
Perché è così che si fa.


Postilla. In Germania la maternità obbligatoria (6 settimane prima del parto, 8 dopo) è pagata al 100%. La facoltativa dura 12 mesi, al 67% dello stipendio. Dopo la facoltativa una donna può scegliere di restare a casa con il proprio figlio fino ai 3 anni, a stipendio zero, e la ditta è obbligata a conservarle il posto.
Come casalinga, una donna percepisce dallo Stato 500,00 euro al mese, come sostegno per potersi dedicare interamente alla famiglia, più altri bonus a seconda del numero di figli.
Il lavoro da casa è appoggiato. Il telelavoro una realtà.

Avete parolacce in canna? Sparate pure.


25 commenti:

  1. Ce ne avrei eccome di parolacce da sparare oggi! Ma ho adottato l'arma del silenzio ( solo per oggi però :-))

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  2. Eh già, come ti capisco! Pensa che avendo un contratto da ultra precaria, con il primo figlio sono stata obbligata a tornare dopo 4 mesi dal parto! Mi sembrava di andare in giro senza una parte del mio corpo! Per non ripetere la sofferenza, e godermi il mio anno di maternità, con il secondo figlio mi sono licenziata!

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  3. di parolacce ne ne ho mille e più! andiamo tutte in Germania..pensa re d crescere la mia bimba fino ai tre anni sarebbe un paradiso

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  4. E pensa che se sei beamtin ( un tipo particlare di dipendente pubblico) to conservano il posto fino a 10 anni. Incredibile! Invece se ti puo' consolare qui in usa il datore di Lavoro medio considera 6 settimane un periodo piu' che sufficiente. Gli americani sono pazzi.

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  5. Eu: ... l'arma del silenzio?! No, dai, ci stava proprio bene uno dei tuoi sfoghi!

    Luisa: ci ho fatto un pensierino anch'io, ma non so come andrebbe a finire con tutte le spese della casa eccetera... dovrei fregarmene, vero? Comunque la rigiri, i sensi di colpa da qualche parte arrivano... perché?!

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    1. Mah, io ho preferito fare così per essere più serena, i conti di casa un po' effettivamente si erano appesantiti e poi quando mi sono sentita pronta ho cercato e fortunatamente trovato un altro lavoro. Certo, con i tempi che corrono, lasciando il lavoro bisogna considerare la possibilità di non ritrovarlo. A me è andata bene e lo rifarei altre mille volte.

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    2. w la serenità, allora! Non so se riuscirei a trovare un lavoro, conosco più persone più o meno della mia età che dopo la maternità hanno cercato per anni, ma niente, e sono pure qualificate, ma tu mi hai dato una sferzata di ottimismo dicendo che lo rifaresti mille volte

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  6. mamma mia: giààààààààààààààà! Si fan le valigie???

    CherryBlossom: quella del posto pubblico non la sapevo, no comment! E gli americani sono davvero fuori di melone! Perché non pretendere il rientro alle dimissioni dall'ospedale, già che ci sono?!!!

    Alice nella Milano...: magari, intanto ci si arrangia come si può, perché io non ho ancora rinunciato a trovare una solution, né!

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  7. Già, bisognerebbe avere la possibilità di scegliere. Per quanto riguarda la possibilità di restare a casa prima e dopo il parto credo comunque che in Italia non siamo messi tanto male rispetto al resto dell'Europa, Germania esclusa evidentemente. Il problema è quando torni. A volte non trovi più neanche lo stesso posto e devi accontentarti, come se avere dei figli fosse una colpa.

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    1. già! Credo che chiamerò in ufficio per tastare il terreno, poi cercherò di decidere il da farsi...

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  8. Tre anni è il minimo! Fare la casalinga è un sogno!

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    1. intanto ciao, e benvenuta! Tre anni, sì, ci vorrebbero di default, poi con l'asilo comunque sarebbe fuori casa, e allora andrebbe bene un bel part-time... vabbé!

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  9. Ciao Cherryplum! pensa che io con un lavoro super precario non ho nemmeno diritto alla malattia...figuriamoci maternità!!! io proprio non ci penso. Bisogna solo sperare di stare bene te e il bimbo...che paese!!!

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    1. sono stata precaria anch'io, e so bene cosa significa... coraggio, hai un lavoro che ti appassiona, non è cosa da poco, pensa a questo!

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  10. Ti capisco benissimo. Quando si diventa mamme la scala delle priorità viene scombussolata e anche un lavoro che prima si trovava interessante diventa un peso visto che ritornarci significa lasciare il piccolo. Magari la tua idea del part-time è percorribile... In bocca al lupo!
    Silvia

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    1. grazie, Silvia, il part-time ce l'avrei anche, ma con il viaggio un po' lunghetto starei fuori casa comunque tante ore. So che sono fortunata rispetto ad altre mamme, ma è piccino e vorrei seguirlo ancora...

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  11. Arrivo sempre in ritardo. In qs. periodo arrivo sempre dopo. Sorry.
    Non amo il tedesco, come lingua, è molto duro e mi ricorda il bergamasco. Però quello lo parlo! ;o) I paesi del nord europa sono moooolto avanti rispetto a noi. Per qs. ho iniziato con Mamme nel mondo. L'Italia è in dietro parecchio, anche su qs. fronte. Se ne parlava su altri blog e anche io sono convinta che se il lavoro in casa fosse riconosciuto economicamente molte donne tornerebbero a non sentirsi utili, soddisfatte, complete.

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    1. quoto tutto quello che dici; è che qui, anche ipotizzando di lavoricchiare un po' da casa dovrei farlo senza contratto, pagata troppo poco e con un monte ore esorbitante, weekend inclusi, e con zero sicurezze: non faccio un lavoro su cui si investe, e che dà visibilità, è più da retrobottega...

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  12. ecchecca... ma porca putt... ma allora vaffanc.... Bastano???

    Però, devo anche confessarti che, quando sono tornata al lavoro tutte e due le volte, un attimo dopo essere entrata, ero così contenta che la mia vita fosse ancora lì ad aspettarmi...

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    1. davvero? è il monte ore lontano da casa, a spaventarmi, perché lui richiede ancora molto la mia presenza e non vorrei patisse troppo il distacco. Scusa la curiosità, ma a quanti mesi tu sei rientrata in ufficio?

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    2. con la prima dopo 2 mesi e mezzo (ero senza contratto), con la seconda dopo 4 mesi (con il contratto). Però io faccio la ricercatrice all'università e noi abbiamo orari molto flessibili e possiamo lavorare molto da casa...

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    3. mi sa che provo a percorrere la via della flessibilità, revisiono bozze, c'è una parte di lavoro organizzativo "da ufficio", ma la parte di lettura posso farla ogni tanto a casa, no? Mi manderanno al diavolo??? Rivedano pure lo stipendio per qualche mese!
      PS. Che meraviglia fare la ricercatrice, te l'avevo già detto, ma mi ripeto, mi sarebbe davvero piaciuto...

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  13. Ciao, sei stata premiata. Domani passa dal blog. ;o)

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