mercoledì 16 novembre 2011

Il diavolo veste... tacco 12

Ora. Non vorrei fare la rompiscatole di turno che ha sempre da ridire sui vicini e li odia a morte. Che poi non mi ci vedo.
Ma io la Miss che occupa il bilocale cucina a vista limitrofo al mio, proprio non la sopporto. Va bene essere scortese e non salutare, che anch’io c’ho il mio bel caratterino e magari l’hai intuito, e per questo mi eviti come la peste.
Va bene fingere di non vedermi, che magari tutto d’un botto ti è calata la vista, che so, come una specie di mancamento, e non mi hai vista per davvero...
Passi il tornare sui tuoi passi e rientrare a casa se stai uscendo, quando mi senti aprire la porta, che magari sei di cattivo umore e non ti vanno i convenevoli, o hai un terribile mal di gola che ti impedisce di parlare e non hai voglia di cimentarti in spiegazioni mimate stile Taboo (... due parole! No... tre!)...
Passi pure l’urlare al telefono, giorno e notte, attaccata all’unica parete che abbiamo in comune, che magari, poverina, tua mamma è sorda, e francamente un po’ lo spero, per le cose che ho sentito partorire dalla tua bocca (... comprarsi un cordless nel 2011 e andare a sproloquiare in altra sede, no, eh?! ... aspetta un po’... quello da cui chiami non è un cordless, vero???)...
D’accordo suonare il pianoforte senza sordina sei ore al giorno (se qualcuno se lo chiedesse... no, non è un’eufemismo, sono sei per davvero) pestando sui tasti come un’assatanata, lo stesso pezzo, a ripetizione, due, tre, quattro volte, che dopotutto io adooooooro la musica, e suono pure, e magari tu concorri per un qualche insolito guinness dei primati a me sconosciuto (il più grande giramento elicoidale di palle della simpatica famigliola accanto???)...
Va bene sbattere la porta ogni volta che esci, che magari una mattina hai ricevuto in dono la forza degli Incredibili e non sei ancora riuscita a calibrarla...

Ma.
Se ti sento ancora indossare un tacco 12 e sbatacchiarlo mezz’ora in lungo e in largo, che devi essere pure una parente alla lontana di Spiderman, perché sembra cammini sul sopra citato unico muro che abbiamo in comune, per poi picconare il pianerottolo, avanti e indietro, avanti e indietro... (dimenticato qualcosa in casa???), il tutto solo per andare a buttare l'immondizia, nove piani più sotto... giuro, non rispondo di me.
Forse sei affetta da una qualche malattia che ti sconquassa la materia grigia e in vista di un tacco 12 vieni colpita da libido da vertigine, e non ne puoi fare a meno.
Forse speri di incontrare qualche bonazzo sull’ascensore e di farti una sveltina direttamente nel locale spazzatura (come biasimarti, visto il tricheco muto che coabita il tuo bilocale cucina a vista...).
Francamente, altre spiegazioni, non so darmele.

Dea Kali, pensaci tu. Fammi arrivare alla fine di questa settimana versione single con qualche neurone ancora intatto.

7 commenti:

  1. È che i tacchi qualche volta si rompono e si cade... Ma se non succede... Esiste sempre lo sgambetto :-)

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  2. Eu: hai sempre delle soluzioni alternative che mi fanno morire...

    economistapercaso: ... se le lasciassi sullo zerbino un paio di quelle pantofolone con facce di animali, con la scritta "Rabbish"???

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  3. ... e andare a vivere in una casetta singola in mezzo a una prateria, così non rompe a nessuno e può fare tutto il rumore che vuole, no?

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  4. hahahhahahaha che dire sei una grande! non ho mai sentito una persona scrivere come te.Ti trovo a dir poco simpaticissima.Non posso non diventare una tua follower!

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  5. Hahahaha grandeee!!! ^_^
    Nuova follower :)

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  6. Alice: casetta nella prateria, dici? Dovrebbe avere mura in cemento armato insonorizzate comunque, perché per come urla credo la sentirebbero a km di distanza... sono insofferente, lo so!

    Antonella: grazie! Vado a sbirciare subito il tuo blog...

    Crazy4makeup: grazie anche a te! Ricambio volentieri!

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